I ravioli cinesi, noti come jiaozi sono uno dei piatti più amati della cucina asiatica.
Nella loro versione vegana possono essere farciti con una grande varietà di ingredienti vegetali.
Una delle scelte migliori per il ripieno è il pak choi, una verdura a foglia tipica della cucina cinese, apprezzata per il suo gusto delicato e la sua consistenza croccante.
Oltre al pak choi, si possono utilizzare alternative come cavolo cinese (Napa), verza, spinaci o bietole.
Il tofu, spesso usato per aggiungere una consistenza più corposa al ripieno, può essere sostituito da funghi shiitake, tempeh, edamame tritati o seitan sminuzzato.
Per insaporire, si possono scegliere condimenti come salsa di soia, tamari (senza glutine), olio di sesamo tostato, peperoncino o miso.
Esistono diversi modi per chiudere i ravioli cinesi, ognuno con una resa estetica e pratica diversa:
– a mezzaluna classica, la forma più semplice, sigillata premendo i bordi con le dita o con una forchetta.
– a pieghe, la chiusura tradizionale con pieghe lungo un lato per un aspetto più raffinato.
– a sacchetto, i lembi vengono raccolti e pizzicati al centro, creando una forma simile a un piccolo fagottino.
– stile xiao long bao, con una chiusura arricciata che trattiene meglio il ripieno.
I ravioli cinesi possono essere cucinati in diversi modi, ognuno con un risultato finale unico:
– al vapore, metodo tradizionale che mantiene la morbidezza dell’impasto e il ripieno succoso. Vengono cotti in una vaporiera di bambù o su carta da forno forata.
– in padella (potstickers), prima si rosolano in poco olio per ottenere una base croccante, poi si aggiunge acqua e si copre la padella per completare la cottura a vapore.
– alla griglia, meno comune ma perfetto per una consistenza affumicata e croccante. Si cuociono su una griglia ben oliata finché non diventano dorati e leggermente croccanti.
Indipendentemente dal metodo scelto, questi ravioli sono un’esplosione di sapori e consistenze.